ANNO 14 n° 119
Giovedì Web
Violato il sistema
informatico di un ospedale
di Samuele Coco
18/02/2016 - 02:01

di Samuele Coco

VITERBO - Intorno a noi è in atto un processo di digitalizzazione informatica che, solo ora, inizia a mostrare i primi effetti. La volontà di rendere tutto più produttivo ed efficiente ha portato ad un cambiamento non indifferente: oggi, praticamente tutte le attività richiedono macchine per elaborare dati e fare calcoli, ma soprattutto si necessita di strumenti condivisibili in rete.

Dai privati alle pubbliche amministrazioni, tutti sviluppano piattaforme informatiche in grado di modernizzare praticamente tutte le attività. Ma quanto sono sicuri questi sistemi? Possiamo fidarci esclusivamente di macchine connesse ad internet? A leggere le notizie provenienti da Los Angeles potremmo dire decisamente di no.

Infatti, quello che sta succedendo in questi giorni al Presbyterian Medical Center , ospedale da circa 500 posti letto di Los Angeles, non è decisamente incoraggiante. Le informazioni sono ancora confuse, ma sembra che un gruppo di hacker sia riuscito a penetrare nella rete dell’ospedale, infettando alcuni computer con un virus che si è poi propagato attraverso i server infettando l’intero sistema.

Questo tipo di attacco ha portato al blocco totale dei sistemi di gestione della struttura medica, causando non pochi problemi al personale ed ai pazienti. Sembra infatti che alcuni casi d’emergenza siano stati trasferiti altrove e che lo staff non possa più usare i PC e sia costretto a tornare all’antico con carta e penna.

Ad aggravare la situazione ci sarebbe anche la cifra richiesta come “riscatto” dal gruppo di pirati informatici: 9.000 Bitcoin, ovvero una cifra vicina a 3,2 milioni di euro. La polizia della contea americana ha girato le richieste ad una squadra speciale Fbi che si è immediatamente attivata per cercare di riprendere il possesso del sistema. Per ora, sembrerebbe esserci una sola notizia positiva: i dati personali e sensibili di medici, staff e pazienti non sarebbero stati compromessi e quindi non dovrebbero essere finiti nelle mani degli spietati hacker informatici.

Già, perché a questo punto è necessario porsi anche dei quesiti morali: perché attaccare strutture sanitarie o di pubblico interesse che non generano grandi redditi? Nessuno spera che vengano colpiti esclusivamente banche o attività commerciali, ma perché prendere di mira degli ospedali? La verità, forse, è che questi sistemi sono altamente vulnerabili. Mentre le grandi imprese mondiali hanno ormai capito che è necessario spendere per allestire sistemi informatici che siano costantemente sicuri, pena una grossa perdita economica e d’immagine, le strutture pubbliche non sono ancora attrezzate in tal senso. E allora è opportuno sperare che da casi come questo tutti comprendano che la rete può essere una grande opportunità, ma senza le dovute cautele è anche una grande minaccia.





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